venerdì 8 novembre 2013

Jello Biafra in viaggio di nozze a Roma




jello biafra (vero nome non pervenuto) nasce dalle sue parti. e cresce perfido e rasposo come carta vetrata. l'amerika non gliel'ha mai perdonato, mai, di aver formato un gruppo che si chiamava dead kennedys. che lì, tra stelle e strisce, si può scherzare con tutto ma lascia stare i santi e la cara famiglia estinta. quindi censure su censure, nessuna casa discografica a voler produrre un disco a 'sti mascalzoni. jello allora fonda l'alternative tentacles, indie davvero tentacolare e primo esempio di distribuzione fuori dai circuiti convenzionali. una delle sue cose migliori, insieme al concerto che i kennedys morti tennero a roma.

biafra era magro e perverso, quando suonò al much more. indossava stivaletti borchiati. volavano sputi dappertutto e pogo tosto e ginocchiate fin sulle costole. mani punk tentavano di arrampicarsi verso il palco per sfiorarlo o placcarlo. I pochi che ci riuscirono ancora se lo ricordano. jello indomito prendeva la mira e con il tacco rozzo e squadrato dello stivaletto pestava le dita dei fans, manco fossero cicche. "siete punx? e allora soffrite". il tour italiano fu anche l'occasione del suo viaggio di nozze. ora, jellobi era un mostro di cattiveria on stage. ma sotto, sotto aveva un cuore rocknroll quindi anche tenerone.

la sua signora, uscita direttamente dai camerini di nashville, vestiva un abito di veli bianco, con bei ricamini e grandi svolazzi. la grassottella signora biafra. i due piccioncini costrinsero i fans con le mani fasciate a inseguirli sotto il colonnato di san pietro dove presero moltissime foto e altrettanto se ne fecero scattare, lanciando fiori, riso e confetti. come una vera coppia.

biafra si candidò poi alle elezioni come sindaco di san francisco e riuscì ad arrivare in pole position con un programma che prevedeva vigili urbani e poliziotti vestiti da clown (massì, ma che palle le divise. via col naso rosso di mastro ciliegia e la parrucca di riccioli di paglia). e in questo l'amerika è strana forte, perché non lo ha mai perdonato, ma un altro po' lo fa accomodare su una poltrona vera, da primo cittadino.
qualora l'insediamento fosse avvenuto, jello biafra avrebbe salutato frisco cantando: "love me love me love me, I'm a liberal". ora si limita a eseguirla con mojo nixon. che non è un parente.

Daniela Amenta

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