venerdì 6 gennaio 2017

Ossigeno

Massimiliano Di Loreto- Nicola Alesini
Ossigeno
(Helikonia)


Guardate l'idrogeno tacere nel mare, guardate l'ossigeno al suo fianco dormire”.
(Fabrizio De André, 1971)


Questa è una storia di respiri che si intrecciano, di suoni che respirano e si mescolano. Di mondi che coabitano, ferite che si rimarginano, pensieri che si fanno aria. E musica che si fa ossigeno per le anime. Questa è la storia di un'amicizia in musica tra Massimiliano Di Loreto e Nicola Alesini, polistrumentisti e compositori. Una storia iniziata con Hang Camera, proseguita con Pollock Project e che con questo album, Ossigeno appunto, traccia le linee di un triangolo perfetto. Dentro c'è jazz, improvvisazione, world music e ambient. Etichette, semplici etichette per tentare di descrivere un'opera tanto minimale, quanto intensa. E lirica, bella. Bellissima.

Ci sono molti battiti in Ossigeno. Di cuori e di percussioni acustiche ed elettroniche. Ci sono le pelli di una batteria che in un brano come Framedra, ad esempio, sembrano trasportarci in un'Africa selvaggia, pura, integra, magniloquente e feroce. Ci sono battiti e soffi, c'è l'aria delle ance: sax tenore, soprano ricurvo e soprattutto un clarinetto basso, che va, viene, scende ogni scala tonale, torna spesso, dà timbro e profondità ma coabita perfettamente con il resto degli strumenti usati: una chitarra elettrica, un phon, M'bira, rumori d'ambiente, forse farfalle che si posano qui e là.

Diciannove pezzi, all'apparenza, che spesso inganna. E quindi oltre il verosimile Ossigeno risuona e riluce, spiazza. E' un gioco di contrasti dove le dissomiglianze tra i musicisti diventano terreno solo di confronto, mai di disparità. Come se Di Loreto e Alesini suonassero l'uno nello specchio dell'altro, rincorrendosi, fermandosi assieme, passi in sincrono.

Ossigeno dunque. E bussole in tasca. Ciò che serve ai viaggiatori per mettersi in cammino. Dall'India di Ganesha al Medioriente di Interno con stupore, da Tenda Rossa dove sembra si rievochino gli spiriti potenti degli indiani d'America al tribalismo inquieto di Scavando, dalla ninna nanna antica ed evocativa di Cullami Ancora fino alla celebrazione obliqua del Giappone in Di Clarone e Koto, dai graffi dolorosi di Platino all'omaggio, quasi indie e tuttavia sorprendentemente suggestivo, contenuto in A Love Supreme dove la devozione mistica, lacerante di John Coltrane diventa un'allegoria morbida, sorniona come un gatto. Giocosa quasi fosse una capriola, opplà.

Ossigeno è opera imprevedibile, per orecchie attente, aperte. Per anime di mercurio.

Opera in viaggio tra terre che sappiamo e quella sconosciuta narrata da Shakespeare. Alternarsi di emozioni sopra un ottovolante da prendere al volo. C'è aria, c'è fuoco, c'è terra, c'è acqua. I quattro elementi per chiunque ricerchi ancora, come Empedocle, il senso della vita e dello strano mondo che ci circonda.

E c'è gioia, rivalsa, passione e solidarietà. C'è dolore e rinascita. Ci sono suoni uditi e inudibili, scarti e contrattempi, inserti come tarsie di un mosaico in movimento. C'è luce, buio, e poi l'azzurro del mare. E la magia di due artisti differenti che dialogano sul filo di un orizzonte immaginario. La chimica dell'idrogeno e dell'ossigeno che si sovrappongono: un'alchimia, il mistero insondabile della musica.


Daniela Amenta
Gennaio 2017







Note biografiche

Massimiliano Di Loreto  dopo avere militato nell'ala “estrema” della scena romana (Fando & Lis, Gronge) frequenta i territori del rock improvvisato con i Ludo, poi si trasferisce in Australia per approfondire l'uso di strumenti inusuali e le tecniche di musicoterapia e al suo ritorno in Italia collabora con Marco Testoni e Hang Camera featuring Billy Cobham. Con Nicola Alesini e Cecilia Silverio fonda i Pollock Project, esperimento di art music, e nel 2014 in quartetto realizza Jetsèmani - Come la terra che calpestate, album in cui una profonda spiritualità si mescola alla ricerca sonora in chiave world e ambient.

Nicola Alesini è sassofonista e compositore. Nella sua musica si fondono jazz, le ricerche della tradizione popolare e Mediterranea, ambient, world music e minimalismo. Lavora da sempre con la poesia, il teatro, il cinema e la danza, ed ha al suo attivo una ventina di produzioni discografiche in cui ha ospitato musicisti di fama internazionale: da David Sylvian a David Torn, da Roger Eno ad Harold Budd, da Steve Jansen a Richard Barbieri fino a Hans Joachim Roedelius, Negli ultimi anni ha collaborato con Rita Borsellino per le celebrazioni in memoria del fratello Paolo realizzando partiture ad hoc e ha composto le musiche per Soltanto il mare e C.A.R.A Italia, docufilm di Dag Ymer sulla condizione dei migranti nel nostro Paese. Fa parte del Claudio Lolli Trio.