venerdì 18 ottobre 2013

E le bambine si presero i paesi fantasma



Il comune di Baradili, fra le colline della Marmilla e le falde della Giara, è il più piccolo della Sardegna. Un luogo delizioso con 97 abitanti noto per i reperti medievali e la sagra del raviolo. Per far crescere la popolazione la giunta del sindaco Lino Zedda ha messo a disposizione dei papabili nuovi residenti tutte le opzioni deliberate dalla Regione a favore dei centri sottopopolati: trentamila euro a fondo perduto per la ristrutturazione di una vecchia casa del paese e 1500 euro per la nascita o adozione di un nuovo bambino (2mila dal secondo in poi). Requisito fondamentale: essere abbastanza giovani, trasferirsi a Baradili almeno per 10 anni, magari figliando. Per chi volesse approfittarne c'è tempo fino a luglio.

 Non è l'unico comune «bonsai» che cerca di invogliare anche i forestieri a mettere le radici nel proprio territorio. Il rischio infatti è quello di sparire. Entrare nella «black list» dei centri fantasma - sono centinaia in Italia - abbandonati dopo calamità o imponenti flussi migratori. Luoghi cancellati, cumuli di storia e memoria in rovina. A Riace, il paese calabrese noto per i Bronzi, il primo cittadino Mimmo Lucano ha così deciso di aprire le porte ai profughi. Se ne contanto in pianta stabile oltre 150, trenta sono bambini. Migranti fuggiti dal Senegal, dalla Tunisia, dalla Siria e l'Algeria impiegati come operai, contadini, sarte, sostenuti da un bonus a intermittenza erogato dalla Protezione Civile. Il progetto «Città Futura» è molto semplice. «Noi vi diamo vitto e alloggio gratis più un tot di euro al mese - spiega Lucano -. Voi in cambio lavorate e mandate i figli a scuola che così non rischia di chiudere». E non solo: grazie al tam tam solidale, Riace è tornata a essere frequentata perfino dai turisti.

Miracoli della solidarietà. La palma dei Comuni meno abitati spetta però al Nord: Lombardia e Piemonte. Qui, in provincia di Alessandria, nell'alta Val Borbera sorge Carrega Ligure, 90 residenti sulla carta ma una decina di fatto durante il lunghissimo inverno. La proporzione è di 1,5 abitanti per km quadrato, tra le più basse d'Italia. Anche in questo caso è stato il sindaco a provare a rilanciare le bellezze in dismissione di Carrega per non finire nell'elenco delle «Ghost Town», paesi morti, cancellati dalla carta geografica e dall'esistenza in vita. Così Guido Gozzano nel 2008, copiando l'idea di Sgarbi a Salemi, aveva annunciato urbi et orbi che a Carrega le case sarebbero state messe in vendita a un euro. Ruderi e cascine, nella maggioranza dei casi, appartenute agli emigrati che nel secolo scorso avevano attraversato l'Atlantico senza più fare ritorno. Con il supporto della Facoltà di Architettura di Genova nel 2009 sono stati censiti 400 immobili e in tanti - ma tanti - ne hanno fatto richiesta, persino l'università del capoluogo ligure e un'intera comunità new age di stanza nel Trentino. Il problema è che molti dei proprietari delle abitazioni sono morti in America senza lasciare eredi e senza effettuare la successione dei beni in Italia. Un affaire non facilmente risolvibile. Ad Alessandrianews Gozzano spiega l'inversione di rotta: «Dalle case a un euro passeremo alle case a poco più di un euro. L'amministrazione comunale non farà più la compravendita degli immobili ma semplicemente da intermediario tra proprietari di rovine e ruderi che intendono disfarsene anche a causa delle nuove tasse, e gli acquirenti desiderosi di una qualità della vita migliore rispetto a quella delle città».

 Il finale di questa storia, nonostante la buona volontà di sindaci e coraggiosi residenti, sembra scritto. Eppure le variabili possono essere sorprendenti, inedite, impreviste. Per esempio a rilanciare Pradeltorno, frazione di Angrogna sulle Alpi Cozie, è stato il famigerato Calendario Maya. O meglio una voce di Wikipedia che attraverso una serie di complicatissimi calcoli spiegava che solo il microscopico villaggio sarebbe stato risparmiato dalla fine del mondo. I catastrofisti non si sono fatti attendere, i giornalisti neppure. Risultato: titoli, servizi, reportage che hanno permesso di scoprire un gioiello verdissimo con un tempio valdese dove abitano 16 persone, quattro sono bambine. Hanno da tre ai nove anni. Si chiamano Erika, Cecilia, Asia e Matilde. Il domani di Pradeltorno dipende da loro. 

Ma non sono sole. A Morterone, nella comunità Montana della Valsassina, è nata il 23 ottobre Arianna, residente numero 37 del comune in assoluto più piccolo d'Italia. Per festeggiarla, sfidando la neve, si è mosso anche don Agostino, il parroco di Lecco, che ha fatto suonare a lungo le campane. E a Pedesina, in Valgerola sulle Alpi Orobiche, altro paesetto lillipuziano con 30 cittadini, ha appena festeggiato i suoi primi 7 mesi Sasha Belotti, figlia di Michele e Jessica. Sei bambine, guarda caso. Sei piccole donne alle quali spetta un compito arduo ma affascinante: evitare il deserto e scongiurare la fine di pezzi d'Italia. Noi facciamo il tifo per loro, ovviamente. Come cantava Lucio Dalla: «E se è una femmina si chiamerà Futura».

Daniela Amenta
L'Unità - Gennaio 2013

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